Musica in un convento francescano del Quattrocento a Venezia

2 Novembre 2025 - 17:30

Bellinzona, Chiesa di S. Biagio

La messa Resvelliés vous di Guillaume Du Fay, laude inni e mottetti dal codice  Venezia, Biblioteca Marciana, Ms IX, 145 

Il codice It. IX, 145 conservato nella Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia (I-Vnm, MS It. IX. 145),  nonostante le sue minuscole dimensioni (100x166mm), rappresenta un testimone assai prezioso e di  fondamentale importanza per la ricostruzione delle forme musicali polifoniche in uso in una comunità  religiosa della prima metà del Quattrocento. Siamo grati a Giulio Cattin per il fondamentale studio, che fece  molti anni orsono (Il manoscritto veneto marciano Ital. 9. 145, Biblioteca del Quadrivium, serie musicologica,  3, Bologna 1962), nel quale riportò all’attenzione della comunità scientifica questo «codicetto  membranaceo», fornendone una accurata descrizione, catalogazione e avanzando alcune ipotesi di datazione  e di contesto. Stando allo stato attuale delle ricerche, la presenza di numerosi elementi francescani conferma  l’ipotesi, avanzata e supportata da vari studiosi, che il manoscritto nella sua interezza sia stato compilato per  qualche convento di Frati Minori probabilmente a Venezia, ad uso privato e per gli uffici religiosi. Esso consta  di due unità codicologiche – nettamente distinte per contenuti, forma e modalità di presentazione – che a un  certo punto sono state assemblate insieme in un'unica silloge. 

La prima unità, a mio modesto avviso più antica (cc. 1-85r), contiene il primo Ordinarium Missae composto  da Guillaume Du Fay. Si tratta della Missa sine nomine, rinominata Missa Resvelliés vous (per la presenza di  elementi melodici e compositivi propri della omonima chanson dello stesso autore) che, se confrontata con  le versioni tramandate da altri testimoni (I-Ao, Cod 15; I-Bc, Q15; I-Bu, Ms 2216), presenta interessanti  elementi di diversità: manca infatti della voce del contratenor in tutti i movimenti, fatta eccezione per il primo  e secondo Kyrie; inoltre, le tre sezioni del Kyrie sono integrate dai tropi, Salvator noster, Emmanuel nobiscum Deus, Adonay magne Deus che, oltre ad aggiungere una connotazione liturgica legata alla celebrazione della  Vigilia di Natale, dimostrano la chiara intenzione del compista di arricchire gli originali melismi con un testo.  Questa estetica viene adottata anche negli altri movimenti della messa in cui la ripetizione di sezioni di testo  ottiene lo stesso risultato di mascherare lunghe frasi melismatiche così come appaiono nelle altre fonti. La  prima parte del codice include poi alcuni frammenti di messe, inni latini, mottetti e laudi generalmente a due  voci e solo raramente a tre voci. Le laudi adottano una lingua volgare che ha subito un evidente processo di ‘venetizzazione’, La notazione è fine e ornata, di tipo francese, nera-rossa, anche se non mancano alcuni tratti  tipici della notazione italiana (semibrevis caudata inferior). Alla c. 41r termina la parte dedicata alle  intonazioni musicali e comincia una lunga sezione, che si conclude alla c. 85v, e che include testi di laudi (sette  dei quali sono riferibili alle omonime intonazioni musicali delle carte precedenti), sequenze e inni con alcune  preghiere in latino. Un elemento che contraddistingue questa sezione del codice è la presenza di composizioni  di autore (Guillaume Du Fay, Hymbert de Salinis, Gilles Binchois, Benoit, frater pauperculus). 

La seconda unità codicologica (cc. 86r-196r) è stata copiata, nella seconda metà del Quattrocento, da più mani, con alternanza di testi (laudi, esercizi e regole per l’apprendimento del canto, norme per la  determinazione del tempo liturgico e un commento in volgare alla Regula beatissimi patris nostri Francisci) e  composizioni musicali anonime, notate in modo rozza e ineguale, non sempre precisa dal punto di vista  mensurale. Raccoglie melodie gregoriane (Antifone, Salmi) oltre a Inni, Sequenza, Prosae, Conductus, due  Benedicamus Domnino, ma soprattutto Laudi in volgare, prevalentemente a due voci. 

Citando Cattin, «l’occhio dell’amanuense in ambedue le sezioni è più spesso attento alle note che al testo  poetico, per cui il vero valore del manoscritto va ricercato più nelle ricchezze e peculiarità musicali che nei  pregi letterari, salvo ovviamente l’interesse documentario di alcuni unica». 

Il lavoro che viene qui presentato include una scelta di repertorio estrapolato dalla prima parte del codice  che si è rivelato, particolarmente interessate per i numerosi spunti interpretativi che offre all’esecutore ma  altrettanto e forse ancor più per le problematiche performative che pone e alle quali è difficile dare una  risposta definitiva. Quello che si potrà ascoltare è frutto di un vero e proprio laboratorio di sperimentazione,  all’interno del quale molte possibili soluzioni esecutive sono state prese in considerazione, provate e 

verificate, per dare risposta alle molteplici questioni rimaste aperte. Il problema più sensibile rimane  sicuramente quello dell’adattamento del testo alle singole voci. L’uso degli strumenti se è poco facilmente  dimostrabile, non sapendo attualmente quale potesse essere la comunità francescana a cui il codice è  appartenuto, è viceversa documentato in altri contesti analoghi e coevi, basti uno per tutti quello della  comunità delle sorelle clarisse riunite attorno alla figura di Santa Caterina da Bologna (1413-1463), la cui  vielletta è conservata tutt’ora nel monastero del Corpus Domini di Bologna. 

Guillaume Du Fay (1397-1474) 

Ave Regina celorum - mottetto (I-Vm, cc. 29v-30) 

[Missa Resvelliés vous

Kyrie / Salvator noster (I-Vm, cc. 1v-3) 

Gloria (I-Vm, cc. 1-5v) 

Credo (I-Vm, cc. 22v-25) 

Sanctus (I-Vm, cc. 9v-11) 

Agnus Dei (I-Vm, cc. 11v-12) 

Anonimo 

Madre che festi colui che te fece – lauda su testo di Leonardo Giustinian (I-Vm, c. 30v) O Francisce pater pie – mottetto (I-Vm, c. 36v-37) 

Vergene madre pia – lauda (I-Vm, c. 27v-28) 

Misericordia altissimo Dio – lauda su testo di Bianco da Siena (I-Vm, cc. 34v) 

Sancta Maria Regina celorum – lauda (I-Vm, cc. 25v-27) 

Gilles Binchois (1400ca-1460) 

Ut queant laxis – inno (I-Vm, cc. 37v-38) 

Anonimo 

Ave Mater o Maria – lauda (I-Vm, cc. 28v-29) 

Fonte 

I-Vm: Venezia, Biblioteca Marciana, Ms IX, 145 

Ensemble Antichi musici 

Daniela Beltraminelli, voce, viella 

Martina Bomben, voce 

Livia Caffagni, voce, flauti 

Del Bianco Virginia, voce, organetto portativo, percussioni 

Angelica Maggio, voce 

Mitsuki Minagawa, voce, organetto portativo 

Sofia Paoli, voce 

Tommaso Petracchi, voce, flauti 

Cecilia Tamplenizza, voce 

Matteo Zenatti, voce, arpa 

Kate Moore, viella 

Claudia Caffagni, voce, liuto, citola, direzione 

«Ave, Regina cælorum, 

Ave, Domina Angelorum:

Salve, radix, salve, porta 

Ex qua mundo lux est orta.  

Gaude, Virgo gloriosa, 

Super omnes speciosa, 

Vale, o valde decora, 

Et pro nobis Christum exora». 

«Ave, Regina dei cieli, 

ave, Signora degli Angeli; 

salve, o radice, salve, o porta  

da cui sorse la luce per il mondo.  

Gioisci, vergine gloriosa, 

splendida sopra tutti; 

salve, o sommamente degna, 

e supplica Cristo per noi». 

Kyrie Salvator noster, eleyson 

Christe, Emanuel nobiscum Deus eleyson Kyrie Adonay magne Deus, eleyson. 

Signore, nostro salvatore, abbi pietà Cristo, Dio con noi, abbi pietà 

Signore, mio Signore grande, abbi pietà. 

Gloria 

Credo 

Sanctus 

Agnus Dei 

Madre che festi colui che te fece 

Vaso capace di tanto thesoro 

Grida gaudendo l’angelico coro: 

“Ave Maria, o summa imperatrice”. 

Ave Regina, salve o dona sancta 

Madre benigna, bella e gratïosa. 

“Ave, madre polita | e festosa”  

Cantando sempre va la turba sancta. 

O quanti gaudij, o dona benedeta, O quante çoie eson [escon] de la toa mente; Tuti i beati el suo dileto sente 

Da ti cortexe, benigna e dileta. 

Più saci [sazi] sola el bem del paradiso Che tuti li altri che te stan d’atorno. “Gratïa plena” disse quel’adorno 

Quando l’aparve al tuo divoto viso. 

Tu circundata de verçene munde 

Luce fan quelle come lumïera; 

E come luna ch’è bella d’ogni ora

Fisso te spicchia’ le turbe iocunde. 

O Francisce pater pie, 

Sanctitatis speculum, 

Presta natos tue vie 

Prosequi vestigium. 

Nostre favens melodie 

da fervorem sedulum 

Et assistens mortis die 

educ ad vite bravium. 

O Francesco, padre pio 

Specchio di santità, 

guida i novizi a seguire 

la traccia del tuo cammino. 

Mostrandoti benigno al nostro canto Donaci fervore operoso. 

E, presente nel giorno della morte guidaci al premio della vita. 

Vergene madre pia 

Ognon s’enchyne a te divotamente Si che 'l cuore clamente 

Cum l'angiol sempre dica Ave Maria  

Madre di Christo, vergen beata Inmaculata Stella matutina  

Tu sei sopre gli angioli exaltata  In te incarnò la maiestà divina  

Tu sei di gratia piena 

Gabriel disse, quando fe grande Ave  Porta del cielo e chiave 

Sopre ogni donna benedita sia.  Vergene madre pia… 

Misericordia altissimo dio  

Abi pietà di me che son si rio  

Abi pieta carissmo segnore 

Di me dolente ché tanto t’ho fallato Poi che son el magior[e] peccatore  Ch'in questo mondo gia maï fosse nato  Ma io ti prego segnor mio beato Che tu perdoni al grande fallir mio.  

Perdona Segnor se a te piace 

El quale perdoni ad ogni peccatore Che se ritorna e con tieco vol pace Tu li perdoni e donigli el tuo amore. 

O dolce e benignissimo Signore Che desti morte a te per farme vivo

Misericordia… 

Sancta Maria, Regina celorum 

Di patriarchi e del tribu regale. 

Nata per la salute universale 

Mater et virgo decus angelorum. 

Plaque a Dio Padre ch’el suo eterno verbo Spirito Sacto simul operante 

Per destrutione del spirito superbo Nasceretur de te virgine stante 

In partu et post partum sicut ante O gloriosa e piena d'ogni gratia 

La tua speranza i pecatori facia 

tuaque presentia cetus supernorum. Sancta Maria, Regina celorum.. 

Ut quent laxis resonare fibris 

Mira gestorum famuli tuorum 

solve polluti labii reatum 

Sancte Johannes. 

Nuntius celso veniens Olympo 

te patri magnum fore nasciturum, nomen et vite seriem gerende 

ordine promit. 

Ille promissi dubius superni 

perdidit prompte modulos loquele; sed reformasti genitus perempte organa vocis. 

Laudibus cives celebrant superni te, Deus simplex pariterque trine, supplices ac nos veniam precamur,  parce redemptis. 

Perché i fedeli sulla lenta lira 

possano cantare le tue grandi gesta, sciogli la colpa dell'impuro labbro, o San Giovanni. 

Un angelo disceso dall'alto Olimpo rivela al padre la tua grande nascita, e il nome e, per ordine, le gesta  della tua vita. 

Egli dubbioso della promessa divina, perdette l'uso della pronta favella, ma tu nascendo gli ridonasti 

l'organo della perduta voce. 

Te i cittadini del cielo con lodi celebrino, Dio uno e trino, supplici  

anche noi ti chiediamo perdono: 

abbi pietà dei redenti. 

Ave, mater o Maria 

pietatis, tota pia, 

sine te non erat via 

deploranti seculo. 

Gracia tu nobis data, 

quam fidelis advocata 

celi tronis es prelata 

in eterno solio. 

O Maria tu solaris 

Mirans phebus stella maris 

Christo rege cum letaris 

coruscanti solio. 

Plena dulcis medicina 

Tu es protegens a ruina 

Tu es portus, tu carina 

In omni periculo. 

Ave, mater o Maria… 

Salute o Maria, madre 

di pietà, completamente pia,  

senza di te non vi sarebbe alcun sentiero  per il mondo che geme. 

O tu, che le grazia divina ci diede quale affidabile avvocata, 

o tu elevata dalla Maestà celeste al trono dell'eternità! 

O Maria, luminosa come il sole,  

che splendi come stella del mare,  quando gioisci in Cristo Re, 

su un trono splendente. 

Medicina piena di dolcezza, 

tu proteggi dalla rovina, 

tu sei porto, tu sei nave 

in ogni pericolo 

Salute o Maria, madre…

L'Ensemble di Musica Medievale della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado di Milano è il risultato di un  progetto didattico da anni portato avanti da Claudia Caffagni. L’Ensemble è costituito da un gruppo di giovani  musicisti, provenienti da differenti esperienze musicali e da diversi paesi del mondo, uniti dall'interesse per  la ricerca rivolta al repertorio medievale, capace di raccontare una parte importante della nostra storia e della  nostra tradizione musicale e ancora molto da esplorare. L’ensemble si è esibito in varie occasioni presso la  Fondazione Ugo e Olga Levi onlus di Venezia, per il Festival Grandezze & Meraviglie di Modena, in concerti  realizzati in collaborazione con il Civico Museo degli Strumenti Musicali del Castello Sforzesco, nel Duomo di  Milano all’interno del ciclo Il Mese della Musica, patrocinato dall’Arcidiocesi di Milano, da Regione Lombardia  e dal Comune di Milano, in diverse edizioni del festival MITO Settembre Musica, per le rassegne Musica Antica  in San Satiro, a cura della Società del Quartetto di Milano e Cantar di pietre nel Canton Ticino. 

Claudia Caffagni ha iniziato lo studio del liuto sotto la guida del padre all’età di tredici anni. Ha  successivamente studiato con J.Lindberg - conseguendo il diploma al Royal College of Music di Londra nel  1989 - e con H.Smith alla Schola Cantorum Basiliensis. Ha studiato tecnica vocale con Elisabetta Tandura. Nel  1986 è stata fra le fondatrici dell’ensemble di musica medievale laReverdie, con il quale svolge un’intensa  attività concertistica e discografica (Arcana), sia in qualità di liutista che di cantante. Nel 1994 ha conseguito  ‘cum laude’ la Laurea in Architettura presso lo IUAV di Venezia. È stata artista protagonista della rivista  Amadeus nel numero di ottobre 2017. Dal 1998 tiene regolarmente seminari e master class in Italia e  all’estero, come specialista del repertorio medioevale. Ha insegnato liuto medievale e Notationskunde presso  la Staatliche Hochschule für Musik di Trossingen (2008-2015). Attualmente è coordinatrice dell’Istituto di  Musica Antica della Civica Scuola di Musica “C. Abbado” di Milano dove è docente principale del Biennio  ordinamnetale in Musica da camera a indirizzo medioevale (unico i Italia). Tra le varie pubblicazioni si segnala  il suo contributo “La Vocalità medievale: monodia e polifonia tra XI e XIV secolo” nel volume Voci e vocalità  nella cultura occidentale, a cura di Valentina Cofuorto e Cristina Miatello, Armando Editore, 2024, pp. 17-44.

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